VENERDI' AL PLANETARIO: L'ASTRONOMIA ITALIANA FRA LE LEGGI RAZZIALI E LA RESISTENZA.
- Pietro Baruffetti
Il prossimo venerdì 25 aprile, per una fortunata coincidenza, la serata di apertura al pubblico del planetario comunale “A. Masani” di via Bassagrande 47 a Marina di Carrara, coincide con l’80° della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Una occasione che da lo spunto per dedicare il tema iniziale dell’incontro, all’astronomia italiana nel periodo finale del Fascismo, fra leggi razziali, guerra e Resistenza. L’incontro, alle ore 21:15, permetterà di vedere la situazione dell’astronomia nel nostro paese in quel periodo, a partire dal calo d’interesse pubblico per quegli studi (non a caso la riforma Gentile aveva una concezione utilitaristica della Scienza, che doveva abbandonare gli “studi astratti” per mettersi al servizio e contribuire al benessere del paese). Come se non bastasse, le leggi razziali del 1938 costrinsero alcuni dei migliori astronomi operanti in Italia a dover lasciare il loro incarico in quanto “di razza ebrea”. La serata, ricordiamo aperta a tutti, proseguirà con l’osservazione dei movimenti del cielo sotto la cupola del planetario e, condizioni meteo permettendo, il riconoscimento delle costellazioni nel cielo reale, osservando al telescopio anche i principali oggetti celesti visibili in questo periodo. Ai fini organizzativi è utile segnalare la propria partecipazione via whatsapp o cellulare (333/1731533) o all’indirizzo mail del planetario stesso:
Nell’immagine: fra i più importanti astronomi italiani cacciati dai loro osservatori a seguito delle leggi razziali del 1938, ci fu Guido Horn d’Arturo, all’epoca direttore dell’ Osservatorio Astronomico di Bologna. Nato nel 1879 a Trieste quando questa era ancora territorio austriaco, aveva combattuto con l’esercito italiano nella I Guerra Mondiale. Fra i suoi studi più rilevanti c’è il progetto di un telescopio che abbandonava lo schema di uno specchio unico (troppo pesante da gestire per grandi dimensioni) per suggerire un nuovo tipo di telescopio il cui specchio principale fosse formato da tanti tasselli più piccoli e più leggeri, principio su cui si basano oggigiorno i migliori e più grandi telescopi terrestri e in orbita.