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Qualche segnale di (quasi) normalità si comincia ad avere, ed esiste la concreta speranza che entro la fine di maggio (pur con tutte le precauzioni sanitarie che sarà il caso di attuare) ci potremo (ri)vedere fisicamente al planetario. Per il momento stiamo preparando le lezioni online ancora per i prossimi due venerdì. Venerdì 8 ci sarà una interessante intervista con una astrofisica massese, Cecilia Lazzoni, da poco laureatasi a Padova, che ci racconterà la sua esperienza durante il periodo di ricerca per preparare la sua tesi sulla prima esoluna (ovvero la prima luna di un pianeta estrasolare). Il successivo venerdì, 15 maggio, si parlerà del caso Galileo.

In questi ultimi giorni di "ristrettezze" ci potranno consolare e far compagnia alcune notizie/spettacoli astronomici interessanti:

a) In questo periodo Venere è arrivato alla sua massima luminosità per quest'anno. Questo è dovuto alla migliore combinazione possibile fra distanza, grandezza apparente, e quantità di superficie illuminata. In questi giorni appare come una falce sottile, ma grande, con la parte luminosa rivota verso il Sole (tramontato a destra in basso). Si può vedere già con strumenti dai 15 ingrandimenti in su (anche binocoli 15x50 abbastanza diffusi; sicuramente coi molto più rari 20X80 o 25x100), e con un qualunque telescopio astronomico. In fin dei conti il cannocchiale con cui Galileo scoprì le sue fasi aveva solo 20 ingrandimenti. Il motivo per cui Venere è così luminosa è anche la sua superficie molto riflettente. Si veda nella foto quì a sinistra un confronto fra la luminosità di Venere e della Luna, riprese poco più di una settimana fa, con lo stesso ingrandimento e la stessa durata di esposizione. La superficie di Venere riflette 10 volte più di quella lunare. Chi riesce a riconoscere la sagoma del pianeta può farci un breve messaggio al 333 11731533. Così per la curiosità di vedere chi riesce a vederla con lo strumento più piccolo e a meno ingrandimenti. In questa ricerca al limite delle possibilità sarà fondamentale che lo strumento sia il più fermo possibile (nel caso del binocolo appoggiatelo a un davanzale, un muretto, un pilastro ecc.)

b) Per chi volesse togliersi lo sfizio di vedere il movimento dell'asteroide 1998 OR2 (quello del "mancato scontro" con la Terra del 29 aprile scorso), può vedere un filmato ripreso dagli amici dell'osservatorio dell'Università di Siena, quella sera: https://www.facebook.com/astro.unisi/videos/858226981321497/ 


c) Con le comete non si è mai sicuri. Per restare solo agli ultimi decenni, alcune che dovevano diventare luminosissime si son rivelate dei flop, mentre altre del tutto inaspettatamente sono diventate splendenti. Ma sembra proprio che dal 25 maggio al 5 giugno la cometa C/2020 F8 SWAN , scoperta da poco (solo il 25 marzo scorso), sarà visibile dall'Italia forse ad occhio nudo (specie da cieli puliti e poco illuminati di montagna), certamente con un qualunque binocolo, bassa sull'orizzonte ovest, dopo il tramonto del Sole. Prima e dopo quel periodo la cometa apparirà troppo vicina al Sole o sarà visibile solo dall'emisfero Sud della Terra. La foto è del 15 aprile ed è presa dai cieli incontaminanti della Namibia.
Il colore verde della chioma dipende dalle molecole di carbonio, la coda blu è quella degli ioni, più leggeri.

Anche questo venerdì 1 maggio  l'appuntamento coi frequentatori e gli amici del planetario comunale "A. Masani" avverrà ancora solo on-line, in attesa di poterci presto rivedere di persona. Il tema dell'incontro è stavolta "Astronomia nelle arti figurative". Della incredibile quantità di dipinti, sculture, architetture che ritraggono o fan riferimento agli oggetti o ai personaggi astronomici, verrà fatta una scelta limitata a pochi esempi, talvolta impensati, scelti per evidenziare i rapporti che ci sono sempre stati fra l'arte e il cielo. Dall'età della pietra fino ai giorni nostri, incontrando figure quali Giotto, Van Gogh, Raffaello, Mirò, Munch, dai templi egizi al futurismo e tanti altri.

Non trascurando alcune realizzazione presenti nella nostra zona. L'appuntamento, come al solito, comparirà nella pagina Facebook del "GAM - Gruppo Astrofili Massesi" alle ore 21 di venerdì. Nella serata e poi nei giorni seguenti sarà possibile interagire on line col  filmato esprimendo commenti, domande, suggerimenti.

Nell'immagine: la chiesetta altomedioevale di San Leonardo ad Tabernas Frigidas, posta attualmente non lontano da via Marina Vecchia a Massa, in prossimità del monumento alla Resistenza all'inizio della zona industriale. La sua architettura e il suo splendido portale (visibile, in copia, da qualche mese presso il Palazzo Ducale di Massa) potrebbero, col loro allineamento e nei loro giochi quotidiani di ombre nelle varie stagioni, riflettere alcuni specifici eventi astronomici del calendario, che ne potrebbero datare esattamente l'anno di costruzione, e che potrebbero essere nuovamente visibili se una copia venisse reinstallata in loco.

Il settimo incontro on line (causa la chiusura imposta dalle misure anti Covid-19) del planetario comunale di Marina di Carrara sarà accessibile a partire dalle ore 21 del 24 aprile.Il titolo, enigmatico, sarà "Il Grande Dibattito".

Era martedì 26 aprile 1920. In pratica esattamente 100 anni fa. Presso un auditorium del Museo di Storia Naturale dello Smithsonian Institute a Washington, due astronomi espongono le due diverse concezioni che si hanno allora dell'Universo. Chi lo vede limitato alla nostra Galassia, chi ritiene che sia enormemente più grande e che quelle nebulose a forma di spirale che si vedono in cielo siano altrettante galassie come la nostra.  Come si usava allora i due scienziati (gli astronomi Harlow Shapley e Heber Curtis) esposero indipendentemente al mattino le due opinioni contrapposte, che furono poi discusse in contraddittorio col pubblico, nella serata. Nessun urlo fra i due, Sgarbi e Platinette non erano stati invitati..... All’epoca non ci furono né vincitori né vinti. Avevano ragioni e torti tutti e due. L’opinione dei presenti si distribuì pressoché uniformemente fra le due ipotesi. E' questo che in astronomia è conosciuto come "Il grande Dibattito". Bastarono solo 3 anni e nuovi strumenti, nuove osservazioni, demolirono per sempre ogni residuo di concezione di una importanza particolare da attribuire alla Terra, o al Sole o alla nostra Galassia. Nell’incontro di questo venerdì, verranno teatralmente ricostruite le posizioni (e le parole esatte) dei due astronomi. Un modo per conoscere realmente qual è il modo di procedere della scienza. Non verità assolute e immodificabili, ma un procedere a piccoli passi. incespicando anche sugli errori, per avvicinarsi il più possibile (senza mai aver la pretesa di averla raggiunta definitivamente) alla realtà.

L'incontro sarà visibile on line a partire dalle ore 21 sulla pagina facebook del Gruppo Astrofili Massesi. Il curatore della lezione sarà disponibile (in diretta o nei giorni successivi) a rispondere alle curiosità dei visitatori. Questa esperienza di lezioni on line ha riscosso molto successo, non solo a livello locale: le sei lezioni svolte finora hanno raggiunto le decine di migliaia di visioni, dalla Spagna alla Sicilia.

Nell'immagine Harlow Shapley (a sinistra) e Heber Curtis (destra) i due protagonisti del dibattito

Venerdì sesto appuntamento "virtuale" col Planetario Comunale di Marina di Carrara, in questo periodo di “tutti a casa” per il contenimento della diffusione del Covid-19.

La lezione di questa settimana è dedicata alla conoscenza di "Comete e Asteroidi". Questi, che una volta erano noti anche come corpi minori del Sistema Solare, sono oggigiorno balzati in primo piano nella ricerca planetaria e come obiettivi delle sonde automatiche. Alla base di questo ci sono fatti nuovi che negli ultimi decenni hanno aumentato l'interesse per questi oggetti: si va dal possibile ruolo delle comete nella diffusione di alcuni elementi essenziali alla vita (dall'acqua ad alcuni aminoacidi), al potenziale rischio di impatto con asteroidi, dopo che si è accertato come alcuni impatti di questo tipo possano essere stati causa di grandi estinzioni di massa del passato. In poco più di 20 anni sono stati scoperti (e misurati; e nessuno di essi costituisce un pericolo imminente per la Terra) 2044 asteroidi potenzialmente pericolosi (PHA): si va da oggetti grandi poche decine di metri, su su fino al più grande di essi oggi conosciuto: 1999 JM8, che ha un diametro di 7km. Ma tranquilli per tutto questo secolo l'oggetto non passerà mai più vicino alla Terra di 24 milioni di km (più della metà della distanza minima fra noi e il pianeta Venere). Un impatto con un oggetto del genere (scoperto nel 1990, quando passò a meno di 5 milioni di km dal nostro pianeta), lo ripetiamo soltanto teorico, produrrebbe danni paragonabili a quelli del meteorite che ha causato la scomparsa dei dinosauri.

La presentazione, registrata, sarà visibile on line sulla pagina facebook “Gruppo Astrofili Massesi” a partire dalle ore 20 di venerdì. Dalle 21:30 alle 23 sarà presente anche il curatore della lezione, cui potranno essere poste domande o richieste di approfondimento alle quali verrà data, per quanto possibile, risposta in diretta (e anche nei giorni successivi) nei post della pagina. Il successivo appuntamento, la settimana successiva, sarà dedicato a ricordare il centenario del "Grande Dibattito". Fu questo un incontro che si tenne  il 26 aprile 1920 a Washington (USA) e in cui si confrontarono le due ipotesi che si facevano allora sulla natura delle migliaia di nebulose che si vedono in cielo: che queste fossero galassie come la nostra, lontane da noi milioni di anni luce, e l'altra invece che sosteneva che tutto quanto vediamo in cielo appartenga alla nostra Galassia e che la nostra Galassia coincida, in pratica, con tutto l'Universo. A distanza di 100 anni sappiamo come stanno le cose, ma all'epoca la cosa era controversa, ed anzi il più convincente fu il sostenitore dell'ipotesi che la nostra Galassia fosse tutto l'universo.

Nell'immagine: anche il fenomeno delle "stelle cadenti" (o, più correttamente, meteore) appartiene ai "corpi minori" del Sistema Solare, in quanto le rapidissime scie luminose che vediamo di tanto in tanto attraversare il cielo notturno sono frammenti di polvere dispersi nello spazio da asteroidi o comete che si muovono nel Sistema Solare perdendo di tanto in tanto dei frammenti.

Quinto venerdì di forzata chiusura e quinto appuntamento solo on line del planetario comunale “A. Masani” di Marina di Carrara, in questo periodo di “tutti a casa” per il contenimento della diffusione del Covid-19.

La lezione di questo venerdì 10 aprile è dedicata al ricordo delle vicissitudini dell'Apollo 13 (il cui lancio avvenne esattamente 50 anni fa), prendendo spunto per parlare dei rischi potenziali delle future missioni spaziali (dal previsto ritorno sulla Luna fra pochi anni, all'ambizioso viaggio e sbarco umano sul pianeta Marte). Molto è cambiato dalle pionieristiche missioni iniziali russe e americane, ed oggigiorno i protagonisti dei voli spaziali sono notevolmente aumentati, comprese realtà private che si prefiggono lo scopo addirittura di viaggi turistici in orbita. Ma il nostro legame con lo spazio è oggi più diffuso di quanto crediamo: dai satelliti meterologici a quelli per le comunicazioni, dal sistema GPS sui cui si basano i nostri navigatori ai satelliti che indagano sulle risorse energetiche, agricole, umane del pianeta. E, ragionevolmente, questo legame sarà sempre più stretto nel prossimo futuro. La presentazione, registrata, sarà visibile on line sulla pagina facebook “Gruppo Astrofili Massesi” a partire dalle ore 20 di venerdì. Dalle 21:30 alle 23 sarà presente anche il curatore della lezione, cui potranno essere poste domande o richieste di approfondimento alle quali verrà data, per quanto possibile, risposta nei post della pagina.

La cosa proseguirà anche coi successivi venerdì, a partire dal prossimo, 17 aprile dedicato a “Comete e asteroidi”.

Nell'immagine: il modulo di servizio e di comando della missione NASA Apollo 13 , destinato al terzo sbarco sulla Luna che non ebbe luogo, ripreso dal LEM ove l'equipaggio si era rifugiato, dopo l'esplosione di un serbatoio di ossigeno che aveva messo fuori uso gran parte delle apparecchiature dei due moduli danneggaiati (si veda lo squarcio a sinistra). I tre astronauti della missione, Jim lovell, Jack Swigert  e Fred Haise, trovarono rifugio nel piccolo LEM, che era destinato e attrezzato per solo due persone per il tempo strettamente necessario a scendere e risalire dalla Luna al modulo di comando che avrebbe aspettato in orbita per poi tornare a Terra. Attraverso ingegnosi accorgimenti riuscirono a sopravvivere al freddo di 4 giorni del viaggio di ritorno e a rientrare salvi a Terra.

Crediamo che molti conoscano (magari senza saperlo) le Pleiadi. Ovvero quell’ammasso aperto di stelle, nel Toro, poco a destra (in questo periodo) di Aldebaran, la stella più luminosa appunto della costellazione del Toro. L’ammasso contiene circa 1000 stelle più o meno luminose.  Ad occhio nudo se ne vedono da 4 a 8, secondo le condizioni del cielo; con un binocolo alcune decine; con un piccolo telescopio un centinaio. Le altre solo con grossi telescopi. Le stelle principali disegnano una forma simile ad una piccola orsa minore (per cui molti la confondono con la costellazione appunto dell’Orsa Minore).

Per chi non le ha mai viste (o per chi finora non sapeva cosa fossero) ci sono 3 serate consecutive (dal 2 al 4 aprile) in cui è possibile riconoscerle con sicurezza, dato che a indicarcele sarà il pianeta Venere che si sposta nel cielo apparentemente davanti a loro. Venere è l’oggetto luminosissimo che compare ad Ovest (alto nel cielo) appena comincia a calare il buio.

Come dicevamo in questo comunicato pubblicato 2 giorni fa, il 2 aprile ci sarebbe stato, a completare il fascino, anche un passaggio della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) proprio nel mezzo fra Pleiadi e Venere. Il nostro socio Matteo Dunchi non ha mancato l'occasione per una foto stupenda, che mostra quanto avvenuto attorno alle 21h50m51s. La foto è in realtà il montaggio di due foto successive, della durata ciascuna di 15s, e il tratto continuo della scia di luce prodotta dal movimento della ISS in quel periodo, si interrompe proprio in corrispondenza di quell'istante (si noti la piccola vibrazione iniziale prodotta dal movimento dello specchietto interno della fotocamera all'inizio della posa successiva). Lo spettacolo è stato bellissimo anche ad occhio nudo o con un semplice binocolo. La traccia nel cielo della ISS è iniziata da destra in basso, con la ISS che ha cominciato ad essere ben visibile attorno alle 21h49m30s, quando era a circa 1700 km da noi, sopra l'Atlantico molto al largo delle coste francesi della Bretagna. Al momento del passaggio accanto a Venere la ISS era in realtà a 400 km di altezza sopra la costa francese  poco a nord di Bordeaux, e distante da noi in quel momento circa 1000 km. Ha poi continuato a muoversì, diventando sempre più luminosa, per poi "spegnersi" nel giro di meno di 10s, attorno alle 21h52m57s, nel momento in cui è entrata nell'ombra proiettata dietro di se dalla Terra. In quei momenti la stazione appariva (per noi) poco sopra la costellazione di Orione, mentre era, in realtà, a 582 km da noi, sulla verticale del Mediterraneo circa 100 km a Sud-Est di Marsiglia. Come noto la ISS viaggia a quasi 28.000 km/h rispetto al suolo. Per apprezzare meglio il lavoro di Matteo, si suggerisce di ingrandirlo cliccandovi sopra col tasto destro del mouse e visualizzandola a tutto schermo. Una curiosità: Pleiadi significa "figlie di Pleione". Nel mito greco esse sono infatti figlie di Atlante e della moglie Pleione. Il primo, "prolifico" re - come accade spesso nella mitologia greca -della Mauritania era stato, sempre mitologicamente, il primo astronomo, e reggeva sulle spalle un globo celeste (per questo la prima vertebra del collo si chiama anch'essa atlante, perché sorregge la testa). Con la moglie Pleione (una ninfa dell'Oceano) ebbe fra l'altro queste figlie (sette, secondo il mito). Atlante e Pleione sono, nell'ordine a partire dal basso, le due stelle luminose che compaiono sopra Venere nella foto del 2012 (vedi articolo quì sotto).

Buona osservazione (e buone foto) a tutti.

Eccoci arrivati alla quarta settimana di incontri solo on line del planetario comunale “A. Masani” di Marina di Carrara, in questo periodo di “tutti a casa” per il contenimento della diffusione del Covid-19.

La lezione di questo venerdì e dedicata alle costellazioni e ai principali oggetti astronomici visibili in questo periodo. Magari per poi affacciarsi alla finestra, o salire su un terrazzo per riconoscerli anche nel cielo reale. La presentazione registrata, sarà visibile on line sulla pagina facebook “Gruppo Astrofili Massesi” a partire dalle ore 20 di venerdì. Dalle 21:30 alle 23 sarà presente anche il curatore della lezione cui potranno essere poste domande o richieste di approfondimento cui verrà data, per quanto possibile, risposta nei post della pagina.

La cosa proseguirà anche coi successivi venerdì dedicati a: “Prospettive e pericoli per le nuove missioni spaziali, a 50 anni dalla vicenda dell’Apollo 13” (10 aprile), “Comete e asteroidi” (17 aprile). Poi vedremo..

E' proprio il caso di dirlo "Salute a tutti".

Nell'immagine: le sere del 2,3 e 4 aprile il pianeta Venere, l'astro luminosissimo che vediamo ad Ovest dopo il tramonto, sarà nelle posizioni indicate, e permetterà di riconoscere l'ammasso stellare delle Pleiadi accanto ca ui passerà quei giorni nel suo movimento apparente nel cielo. Le posizioni sono sovrapposte ad una immagine del 2012, anno in cui ci fu l'ultimo incontro fra Venere e le Pleiadi

ai sensi del Dpcm dell'8 marzo, le attività al Planetario sono sospese.

 

Ci scusiamo per l'inconveniente.


Stiamo vedendo di organizzarci per realizzare gli incontri

in videoconferenza, per dare una occasione in più ai nostri

amici di rimanere in contatto con noi

e svagarsi culturalmente.

A presto

In questi giorni c'è una "finestra" che permette di vedere, anche dalla nostra zona, il passaggio dei satelliti Starlink. Cosa sono? Una nuova famiglia di satelliti lanciati da Elon Musk, col suo lanciatore Falcon 9, a partire dal maggio scorso. Altri 60 di essi sono stati lanciati lo scorso 17 febbraio facendo salire a 300 gli oggetti di tale tipo già visibili nel cielo. Il progetto finale è al momento di lanciare 1600 satelliti, ma progetti futuri (anche da parte di realtà quali Google e altri) prevedono di arrivare a 20-30000 oggetti. I quali, se hanno il vantaggio di poter collegare in futuro ad internet anche i posti più sperduti del pianeta, presentano un grosso inconveniente per l'astronomia. Immaginate quando avremo migliaia di oggetti che si muovono in continuazione nel cielo, diventando in certi momenti anche relativamente luminosi da disturbare l'osservazione e la fotografia di stelle, ammassi, nebulose, nonchè generare possibili interferenze con le osservazioni dei radiotelescopi.

Per chi volesse vedere il passaggio dei più luminosi fra questi oggetti, la sera dell' 8 marzo, diamo qualche suggerimento: si guardi (ad occhio nudo o con un piccolo binocolo) intono alle 19:40 nella zona poco a destra del pianeta Venere (l'oggetto luminosissimo che vediamo sopra il mare in questo periodo). Dal li passeranno due gruppi di Starlink: il primo che è stato lanciato il 19 novembre scorso di cui vedremo una ventina di oggetti fra le 19:40 e le 20:00 che andranno in orizzontale verso sinistra e una quarantina che andranno verso l'alto in direzione della costellazione di Cassiopea nell'intervallo fra le 19:40 e le 19:52.  I satelliti si muovono relativamente veloce (inpiegano circa 5 minuti) a attraversare il cielo da una parte all'altra. Nei giorni successivi le condizioni di visibilità, dalla nostra zona, peggioreranno: i satelliti saranno sempre più deboli e "sparsi" fino alla fine di marzo.

Nell'immagine: una foto (ripresa a un telescopio) della prima serie dei satelliti Starlink, appena lanciati il 24 maggio 2019. Gli oggetti erano ancora molto vicini fra loro.

Domenica prossima, 8 marzo, in occasione della XXX Giornata Internazionale dei Planetari, anche il planetario comunale "A. Masani", posto in via Bassagrande 47 a Marina di Carrara (in uno dei locali della scuola primaria del Paradiso), offrirà tre aperture gratuite per permettere a chiunque di avvicinarsi e conoscere le attività del planetario stesso. Le tre aperture (ciascuna della durata di un'ora) inizieranno alle ore 11, 16 e 17.

Riaperto al pubblico il 6 ottobre 2006, il planetario marinello (l'unico della nostra provincia) è da tempo riferimento per scuole, famiglie, turisti ed appassionati del cielo. I numeri parlano da soli: in meno di 14 anni dalla sua riapertura, il planetario ha ospitato, ad oggi, 1102 iniziative, con la partecipazione di 634 classi scolastiche (della nostra provincia ma anche da quelle di La Spezia, Parma, Reggio Emilia, Lucca e Torino), per un totale di 29760 presenze.

Il planetario è gestito dal Gruppo Astrofili Massesi, sulla base di una convenzione col comune di Carrara, ed oltre alla classica proiezione del cielo stellato sotto la cupola, offre la possibilità, all'esterno, di ammirare un modello in scala del Sistema Solare, 3 meridiane solari, e - meteo permettendo - di poter osservare gli oggetti del cielo al telescopio.

NB: in rispetto delle ultime norme governative, l'inizitiva è sospesa. Vedremo quando sarà possibile recuperarla.

Nell'immagine: il pubblico partecipante ad una lezione serale del venerdì (in questo caso dedicata ai 100 anni della Relatività generale di Einstein)

L’incontro di questo venerdì, 6 marzo, al planetario sarà un' occasione, in prossimità della Giornata Internazionale della donna, per conoscere l'importanza del contributo femminile in astronomia. Alle ore 21,15 presso il Planetario comunale "A. Masani" di via Bassagrande 47 a Marina di Carrara il tema di partenza della serata sarà proprio "L'altra metà del cielo: le donne in astronomia".
Da sempre la partecipazione delle donne è stata essenziale per i progressi dell'astronomia. Non è quindi un caso che il primo nome in una donna, storicamente esistita, che incontriamo in un documento scritto, sia proprio un'astronoma, En Eduhanna la figlia del re assiro Sargon II, addetta al calcolo delle eclissi lunari. Ma lasciando i tempi più remoti occorre ribadire che alcune scoperte astronomiche fondamentali degli ultimi 100 anni si devono a donne astronome. Dalla scoperta del metodo tuttora più utilizzato per calcolare le distanze degli ammassi e delle galassie, alle stelle a neutroni in rapida rotazione (Pulsar); dalla scoperta della materia oscura all'ipotesi che tutti i materiali più pesanti dell'elio siano sintetizzati nelle stelle.
Molte sono state poi le sorelle o mogli o figlie di astronomi che hanno dato un contributo essenziale all'attività del proprio famigliare.

Questa serata sarà anche una iniziativa locale nell'ambito di M'illumino di meno. Nata da una idea promossa da anni dalla trasmissione radio Caterpillar, è una iniziativa che si svolge in molte forme diverse ormai a livello internazionale, e che invita a riflettere sulle possibilità di risparmio e di inquinare di meno, che ciascuno di noi può facilmente mettere in atto per salvaguardare il nostro pianeta. Questo si concretizza, nel nostro settore, ad esempio, con una corretta illuminazione (pubblica e privata) in grado di far risparmiare soldi, inquinamento (prodotto nella generazione di energia) e contemporaneamente salvaguardare il cielo stellato, ridotto sempre più ad essere invisibile, causa le tante luci inutilmente rivolte verso il cielo e che non illuminano assolutamente il suolo o le strade.

Di questo e d'altro ancora si parlerà nell'incontro, aperto a tutti. A seguire l'osservazione dei movimenti del cielo sotto la cupola del planetario e, condizioni meteo permettendo, il riconoscimento delle costellazioni nel cielo reale, osservando al telescopio i principali oggetti celesti visibili in questo periodo fra cui i due astri più "femminili" la Luna e Venere.

NB: in rispetto delle ultime norme governative, non sarà possibile ammettere più di 15 persone per ogni gruppo di visita. E' obbligatoria la prenotazione, che potrà essere effettuata via telefono, whatsapp o sms al 333/1731533, o tramite l'indirizzo mail del planetario stesso: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

A sinistra: Henrietta Leavit. A questa astronoma americana si deve, nel 1911, la scoperta di una relazione fondamentale fra la luminosità assoluta ed il periodo di variazione di alcune stelle variabili (Cefeidi). Tale relazione permise,13 anni dopo, ad Edwin Hubble di calcolare la distanza della Galassia di Andromeda e di dimostrare che questo era un oggetto esterno alla Via Lattea. Successivamente la stessa relazione fu fondamentale per verificare che l’Universo è in espansione.

Questo venerdì, 28 febbraio, l'incontro settimanale presso il Planetario comunale "A. Masani" in via Bassagrande 47 a Marina di Carrara, partirà dal tema: "Perché quest'anno è bisestile? Storia della misura del tempo". Sarà una occasione per conoscere un po' meglio i concetti di giorno, mese, anno. Per fare un esempio un anno ha una durata diversa se noi lo consideriamo il periodo che va da un inizio primavera al successivo, o se diciamo che è il periodo in cui la Terra fa apparentemente un giro completo intorno al Sole (rispetto alla stelle). A noi serviva che le stagioni avvenissero sempre in un determinato periodo, ed abbiamo quindi il nostro calendario (chiamato Gregoriano) che ci garantisce questa cosa per alcune migliaia di anni. Per riportare in fase la Terra e le stagioni siamo costretti ad aggiungere (quasi) sempre, ogni quattro anni, un giorno che per noi è il 29 febbraio. L' incontro è alle ore 21,15 presso il planetario (posto in uno degli edifici del complesso scolastico del Paradiso). Al termine della parte teorica, seguirà l'osservazione dei movimenti degli astri sotto la cupola del planetario per finire, meteo permettendo, con il riconoscimento all'aperto delle costellazioni e osservando al telescopio la Luna e altri oggetti che ornano il cielo di questo periodo).
Data la capienza limitata dei locali, è gradita la segnalazione della propria partecipazione, via sms, telefono o whatsapp (333/1731533), o tramite l'indirizzo mail del planetario stesso: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Novanta anni fa, per l'esattezza il 18 febbraio 1930, Clayde Tombaugh, un figlio di contadini dell'illinois, astrofilo appassionato di costruzione di telescopi e disegnatore di pianeti, che era stato da poco assunto all'osservatorio di Flagstaff, in Arizona scoprì quello che poi sarà chiamato, per anni, il pianeta Plutone. La scoperta avvenne in un osservatorio costruito da un  ricco appassionato, Percival Lowell, convinto assertore dell'esistenza dei canali su Marte e di un altro pianeta oltre l'orbita di Nettuno.

A 90 anni di distanza oggi sappiamo molto di Plutone, dei suoi satelliti, anche grazie ad un "incontro ravvicinato" con lo stesso effettuato il 14 luglio 2015 dalla sonda americana New Horizon. Nell'incontro si parlerà della natura di Plutone, oggigiorno non classificato più come pianeta, ma come uno dei 5  "pianeti nani" (che diverranno verosimilmente a breve 10 e anche più)  dato che dalle sue parti furono successivamente trovati altri oggetti, talvolta di dimensioni simili a Plutone. Quelli che hanno le sue caratteristiche orbitali (di essere cioà in risonanza con l'orbita di Nettuno, che ne regola le orbite) vengono classificati come "plutini". Nel corso della serata verranno quindi presentati anche alcuni di questi oggetti del lontano Sistema Solare

Dopo lo svolgimento del "tema" della serata, si avrà poi una simulazione, sotto la cupola del planetario, dei movimenti del cielo e delle principali costellazioni visibili in questo periodo; per finire, meteorologia permettendo, con  uno spazio dedicato all'osservazione diretta all'aperto (grazie anche a telescopi) dei principali oggetti astronomici visibili nel cielo in questo periodo. Data la capienza limitata dei locali, si suggerisce la segnalazione della propria partecipazione, via sms, whatsapp o telefono (333/1731533), o tramite l'indirizzo mail del planetario Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Nell'immagine: una immagine inviata dalla sonda New Horizon durante il sorvolo di Plutone nel luglio 2015. Si vede la sua tenuissima (e freddissima) atmosfera

Questo venerdì, 14 febbraio, proprio nella serata della festa degli innamorati, il Planetario comunale “A. Masani” in via Bassagrande 47 a Marina di Carrara, dedicherà il suo appuntamento pubblico settimanale, alle ore 21,15, al tema ”Le più belle storie d’amore fra le stelle”. Molte costellazioni, classiche ma anche di altri popoli o culture, raccontano infatti di figure d’amanti e delle loro storie d’amore, talvolta crude, talaltra molto romantiche, alcune col classico lieto fine, altre tragiche. Sarà bello fare un viaggio fra i miti legati al cielo, riconoscendo le varie costellazioni ed i loro oggetti astronomici principali. Un modo inconsueto per un'eventuale serata di San Valentino diversa dalle altre e….spendendo anche meno.

Dopo lo svolgimento del "tema" della serata, si avrà poi una simulazione, sotto la cupola del planetario, dei movimenti del cielo e delle principali costellazioni visibili in questo periodo; per finire, meteorologia permettendo, con  uno spazio dedicato all'osservazione diretta all'aperto (grazie anche a telescopi) dei principali oggetti astronomici visibili nel cielo in questo periodo.
Data la capienza limitata dei locali, si suggerisce la segnalazione della propria partecipazione, via sms, whatsapp o telefono (333/1731533), o tramite l'indirizzo mail del planetario Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Nell'immagine: nell'Ottocento il patriota e letterato triestino Filippo Zamboni, immaginò nel gioco delle ombre visibili sulla "faccia" della Luna Piena, un casto bacio fra due innamorati(da una stampa dell'epoca)

Mercurio è senz'altro il pianeta più difficile da vedere fra i 7 (contando, come facevano all'epoca, anche Sole e Luna) pianeti conosciuti fin dall'antichità. Questi sono oggetti luminosi che si muovono liberamente (la parola pianeta deriva dal greco πλάνητες ἀστέρες - plànētes astéres - che significa proprio stelle - asteres - che si muovono qua e la - planetes) nel cielo, rispetto alla "fissità" delle stelle definite appunto stelle fisse. Il motivo è dovuto al fatto (Copernico ce l'ha insegnato) che Mercurio ruota attorno al Sole molto più vicino della Terra e di Venere. E quindi, visto da noi, non si allontana mai molto dal Sole. Una leggenda metropolitana, che è difficile a questo punto verificare dato che il protagonista è morto da tempo, vuole che lo stesso Copernico confidasse, sul letto di morte, di non essere mai riuscito a vedere Mercurio. Questo suo non allontanarsi mai troppo dal Sole fa si che il pianeta sorga o tramonti quando nel cielo c'è ancora troppa luce per distinguerlo. A causa di questo mediamente Mercurio si riesce a vedere una decina di giorni o anche meno all'anno. Se ci mettete il meteo della Polonia (però Copernico ha trascorso anche un periodo di studi in Italia, ove si laureò in diritto canonico. Va bene che per un certo periodo fu a Ferrara, in una zona nota per le sue nebbie, ma fu anche per qualche mese a Bologna e Roma...) ciò può essere quasi credibile.

Ora se volete essere migliori di Copernico, avete in questa settimana (meteo permettendo) la possibilità di vedere Mercurio al tramonto, sfruttando la vicinanza apparente nel cielo con Venere stessa, che è l'oggetto luminosissimo che vediamo a SudOvest per un paio d'ore dopo il tramonto. Nei giorni da qui al 12 febbraio la situazione cambia poco, poi dopo Mercurio "svolta" a destra e in pochi giorni scompare perdendosi nella luce del Sole appena tramontato.

 

La foto quì accanto (di Irene Baruffetti - GAM) è stata scattata ieri, venerdì 7 febbraio, alle ore 18h40m30s, per catturare assieme ai due pianeti anche la stazione spaziale internazionale (I.S.S.) che stava facendo un passaggio osservabile dalla nostra zona. Le due stelle indicate col nome sono le due stelle inferiori del grande quadrato di Pegaso. La I.S.S. appare come una strisciata dato il suo movimento durante gli 8 secondi di durata della posa. Qualche minuto prima Mercurio era ancora un poco più alto nel cielo (ma non ci sarebbe stata la ISS...). Meteo permettendo cercate Mercurio dalle 18:25 circa.

BUONA VISIONE a tutti

L'appuntamento pubblico serale (ore 21,15) di questo venerdì, 7 febbraio, presso il planetario comunale "A. Masani" di via Bassagrande 47 a Marina di Carrara, sarà dedicato ad un tema solo apparentemente insolito: "Storia dell''acqua nel Sistema Solare". L'acqua è infatti una componente essenziale per la vita, ed un composto relativamente comune e facile da ritrovare nell'universo, dato che coinvolge gli atomi dell'elemento più comune nell'universo stesso (l'idrogeno) e il terzo elemento per diffusione, l'ossigeno, che viene liberato da molte stelle, come "prodotto di scarto" nella loro evoluzione. Abbiamo quindi trovato acqua, prevalentemente allo stato di  ghiaccio o come vapore, in nubi stellari, nell'atmosfera di alcune stelle particolarmente fredde, nei pianeti che si vanno via via trovando attorno alle stelle ecc.

Nel nostro sistema solare l'acqua è un composto chimico relativamente diffuso. E' stata ritrovata, oltre che sulla Terra, in corpi celesti quali comete, asteroidi, satelliti di Giove, ed in tracce più o meno significative su Marte o sulla Luna ecc, anche se è soltanto sulla Terra che l'acqua risulta sottoposta ad un ciclo (con passaggi continui dallo stato solido-liquido-gassoso) che la rende utile per forme di vita come noi attualmente la conosciamo.
Nella lezione si vedrà l'attuale e passata presenza di acqua nei corpi del sistema solare, come questa presenza abbia condizionato l'evoluzione dei corpi stessi, e quale potrebbe essere il destino futuro di questo composto chimico sul nostro pianeta.
Dopo la lezione teorica ed alcune simulazioni dei movimenti della volta celeste sotto la cupola del planetario, a fine serata sarà possibile l'osservazione, meteorologia permettendo, degli oggetti astronomici (stelle, costellazioni, ammassi) visibili nel cielo di questo periodo, fra cui la Luna.

Data la capienza limitata dei locali, è gradita la segnalazione della propria partecipazione, via sms o telefono, al  333 1731533, o tramite la mail del planetario stesso: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Nell'immagine: una foto della Cometa Hale Bopp, che illuminò i nostri cieli per più di un anno, nel 1997. Quasi la metà della massa di una cometa è composta da ghiaccio d'acqua (foto GAM)

Uno dei sogni/paure dell'umanità, specialmente negli ultimi secoli, è il poter scoprire o addirittura incontrare esseri alieni, ossia provenienti da pianeti al di fuori della Terra o dello stesso Sistema Solare. Di questa possibilità, e più in genere della possibilità di trovare pianeti su cui allignino forme di vita (anche a livello microscopico) si parlerà questo venerdì, 31 gennaio, alle ore 21.15, nel corso dell’appuntamento pubblico presso il planetario comunale "A. Masani" di via Bassagrande 47 a Marina di Carrara. Il tema della serata sarà appunto “Possibilità di vita nell'Universo".

Alla luce delle conoscenze della biologia, e al crescente numero di pianeti che si vanno scoprendo al di fuori del Sistema Solare (circa 4000, secondo l'ultimo conteggio aggiornato e con oltre una decina si trovano nella cosiddetta "fascia di abitabilità" delle loro stelle), possiamo incominciare oggi ad avere una idea dei vari aspetti del problema. Sebbene sia utile dire che finora non abbiamo nessuna certezza di un pianeta che ospiti la vita (esclusa ovviamente la nostra Terra), cominciano a farsi chiare le premesse necessarie (dimensioni, distanza dalla stella, forma dell'orbita, composizione dell'atmosfera, presenza di satelliti, età della stella ecc.) che potranno fra pochi anni indirizzarci verso una ricerca più mirata (anche grazie a nuovi telescopi spaziali di prossima attivazione).

Terminata la parte teorica si passerà alla simulazione, sotto la cupola del planetario, dei movimenti del cielo e le principali costellazioni visibili in questo periodo. Per finire, meteo sfavorevole di questo periodo permettendo, con uno spazio finale dedicato all'osservazione diretta all'aperto (grazie anche a telescopi) dei principali oggetti astronomici visibili nel cielo in questo periodo. Data la capienza limitata dei locali, si suggerisce la segnalazione della propria partecipazione, via sms o telefonata (333/1731533), o tramite l’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Nell’immagine: La cometa 2I/Borisov (dove I sta per oggetto interstellare) che ha attraversato il Sistema Solare alla fine del 2019. Si è trattato della prima cometa per la quale si è sicuri della provenienza da una stella diversa del Sole. Ci sono ipotesi che attribuiscono alle comete una funzione di "veicoli della vita", trasportando sostanze organiche essenziali, fino ad alcuni amminoacidi, da un sistema stellare all'altro.

Questo venerdì 24 gennaio alle ore 21,15, l'incontro pubblico settimanale presso il planetario comunale "A. Masani" di Marina di Carrara (via Bassagrande 47) sarà dedicato ad un bilancio delle novità astronomiche (dal punto di vista osservativo e degli studi teorici) portate dal 2019 da poco terminato.

L'incontro, intitolato per l'appunto "Scoperte ed osservazioni astronomiche del 2019" sarà quindi una occasione per riguardare, con calma, a quanto avvenuto nel settore, in un anno veramente interessante in cui, tanto per citare qualche evento, abbiamo fotografato il più lontano asteroide raggiunto da una sonda (Arrokot), fotografato per la prima volta un buco nero, mentre una sonda cinese è stata la prima sonda a posarsi sul lato nascosto della Luna inviandoci dati e immagini attraverso un satellite in orbita lunare che funzionava come "ponte radio".

Oltre al tema della serata, l'incontro settimanale al planetario prevede poi, come al solito, una simulazione, sotto la cupola, dei movimenti del cielo e delle principali costellazioni visibili in questo periodo, per terminare, metereologia permettendo, con l'osservazione diretta all'aperto (grazie anche a telescopi) dei principali oggetti astronomici visibili nel cielo in questo periodo.

Data la dimensione dei locali del planetario, è gradita la segnalazione della propria partecipazione, via sms, telefono o whatsApp (333/1731533), o tramite l'indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Nell'immagine: l'asteroide Arrokoth, il più lontano raggiunto da una sonda, in quel momento posto a oltre 6,6 miliardi di km da noi, 700 milioni di km più lontano dello stesso Plutone. La sonda New Horizon ha fatto un fly-by dell'asteroide (che aveva avuto una designazione informale Ultima Thule, poi abbandonata dall'Unione Astronomica Internazionale per la necessità di rispettare la convenzione che vuole che i nuovi asteroidi scoperti oltre l'orbita di Nettuno abbiano nomi ricavati da mitologie delle popolazioni originali delle Americhe) il 1 gennaio 2019. Appare evidente come l'oggetto sia composto da due parti principali (a loro volta frutto dalla fusione di parti più piccole) a contatto fra di loro.

Venerdì prossimo, 17 gennaio, alle ore 21,15 l'incontro settimanale al planetario comunale "A. Masani", in via Bassagrande 47 a Marina di Carrara tratterà de "La matematica che muove il cielo". Il titolo è un po' un giuoco di parole fra due celebri frasi: la dantesca conclusione della Divina Commedia "l'Amor che move il cielo e l'altre stelle" e la galileiana frase del Saggiatore: "l'universo è scritto in linguaggio matematico".

Tutto questo per significare che nella prima parte dell'incontro si parlerà di alcune leggi fisiche e matematiche che "reggono" la struttura dell'Universo e ci permettono di studiarlo pur dalla nostra dimensione infinitesimale di esseri umani. Dalle leggi di Keplero che ci han permesso di capire come funzionino le rotazioni dei pianeti (e degli altri corpi) attorno al Sole, a quella di Newton che ci permette di "pesare" i pianeti, le stelle, le galassie, di far navigare le nostre sonde spaziali. Dalla legge di Hubble-Lemaitre che ci permette di calcolare la distanza delle galassie più lontane a quella della Leawitt che ci fa "misurare" le distanze delle galassie più vicine. Il tutto nel linguaggio più semplice possibile, per scoprire che quando leggiamo di distanze, età, massa ecc. di oggetti del cielo, non stiamo leggendo valori "sparati a caso", ma frutto di una logica e di una struttura scientifica che, fino a prova contraria, è la più plausibile in base alle conoscenze odierne.

L'appuntamento prevede inoltre una parte dedicata alla simulazione, sotto la cupola, dei movimenti del cielo e il riconoscimento delle principali costellazioni visibili nel periodo, e in conclusione (meteo permettendo) l'osservazione diretta all'aperto, anche mediante un telescopio, dei principali oggetti astronomici visibili nel cielo in questo periodo. Data la capienza limitata dei locali, si suggerisce la segnalazione della propria partecipazione, via sms, whatsapp o telefonata (333/1731533), o tramite l’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ritratto di Galileo Galilei (1564-1642). Nel VI capitolo de "Il Saggiatore" compare la celebre frase: "La filosofia (all'epoca quella che per noi adesso è la scienza era chiamata filosofia naturale n.d.r.) è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l'Universo), ma non si può intendere se prima non s'impara a intender la lingua, e conoscere i caratteri ne' quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri sono triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto".

Nei giorni scorsi abbiamo appreso dai Media locali che il Consorzio di bonifica Toscana Nord si è avviato sulla via del risparmio energetico prevedendo la sostituzione dei vecchi impianti di illuminazione con punti luce al Led. Il Gruppo Astrofili Massesi, che da anni cerca di sensibilizzare sui temi del risparmio energetico e ambientale, legato ad una corretta ed efficace illuminazione di esterni e interni, plaude all’iniziativa ed invita ad andare oltre sulla strada di una ancora migliore illuminazione che faccia risparmiare, assicuri una corretta visibilità e salvaguardi la possibilità di vedere ancora un bene immateriale definito come tale, già dal 1992 dall’UNESCO: il cielo notturno.

Molte volte gli accorgimenti sono veramente semplici: la dove vediamo tre globi luminosi rivolti al cielo, più della metà della luce (ovvero dei soldi, dell’inquinamento legato alla produzione di energia elettrica, del disturbo alle specie viventi notturne) è sprecata. La strada, la piazza, il parcheggio, il giardino potrebbero essere illuminati  nella stessa identica quantità, semplicemente rivolgendo verso il basso una sola sfera (il risparmio, in costo iniziale, in consumi e in manutenzione è facile da calcolare).

Ci sono poi, definite da norme tecniche italiane e internazionali, i livelli minimi di illuminazione: per essere sicura una strada non ha bisogno di essere illuminata come un tavolo operatorio di chirurgia, rischiando di ingenerare anche abbagliamento. Fate poi caso in quante strade i secondi e terzi piani delle facciate risultino più illuminati dei marciapiedi stessi.

Non vogliamo dilungarci oltre, ma ci spiace che si continui, nel pubblico e nel nostro privato, a non agire in maniera ottimale, per il bene nostro, del nostro portafoglio e dell’ambiente. Ad esempio nel parcheggio non lontano dal Santuario di Quercioli sono stati recentemente cambianti di punti di illuminazione. Chi abita nella zona può vedere la cappa di luce che sovrasta il parcheggio per decine di metri (per illuminare chi: i pipistrelli?). Non chiediamo il buio, chiediamo solo che si illumini correttamente, risparmiando e salvaguardando l’ambiente. A questo passaggio notiamo che il semplice passaggio alla luce LED non risolve automaticamente il problema dell'Inquinamento Luminoso. Anzi talvolta potrebbe avere un effetto opposto: dato che un LED consuma di meno, molte volte si finisce con scegliere Led eccessivamente luminosi.

A tale scopo il Gruppo Astrofili Massesi si mette gratuitamente (ripetiamo, gratuitamente) a disposizione di chi, ente pubblico o semplice cittadino, voglia qualche consiglio tecnico per una illuminazione esterna più adeguata e che lo faccia risparmiare. Il nostro indirizzo è Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. . Attendiamo con fiducia di essere contattati.

Nella foto: la Piastronata che porta da Piazza Mercurio alla chiesa del Carmine e poi al Castello Malaspina di Massa, in una bella foto poetica del socio GAM Matteo Dunchi. Non è certo l'esempio peggiore di illuminazione scorretta a Massa, ma invitiamo a far caso come i secondi piani delle case (dove magari c'è chi ha la camera da letto) siano più illuminati di molti tratti della strada. Eppure non ci sono tanti "uomini ragno" a Massa e i massesi camminano prevalentemente sulle strade e non lungo le pareti. Qualche semplice accorgimento e si potrebbe tutti vederci meglio, continuare a vedere le stelle in cielo e spendere di meno.

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